USB RISPONDE A ZANGRILLO: 22 SETTEMBRE PARTECIPAZIONE STRAORDINARIA, CONTINUIAMO A MOBILITARCI FINO A CHE LA PALESTINA NON SARÀ LIBERA
Al Ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo
Abbiamo letto con stupore e indignazione le dichiarazioni che Lei ha rilasciato commentando lo sciopero generale indetto dall' Usb il 22 settembre.
Nelle sue dichiarazione si scaglia (ci consenta di dirLe in maniera scomposta e rabbiosa) contro quella che è stata una straordinaria giornata di mobilitazione nella quale più di un milione di persone è sceso in piazza per denunciare il genocidio che lo Stato di Israele sta portando avanti in Palestina e solidarizzare con la missione politico umanitaria della Global Sumud Flotilla che, proprio in questi giorni, è oggetto di un barbaro attacco da parte di Israele. Non possiamo pensare che Lei e il Governo del quale fa parte non si sia accorto di ciò che quella giornata ha espresso in termini di partecipazione segnando la chiara distanza tra il paese reale e le politiche del Governo.
Noi crediamo che un esponente del Governo invece di esasperare e utilizzare strumentalmente episodi assolutamente marginali e contenuti, dovrebbe piuttosto riflettere sulla portata di quella giornata e ascoltare la richiesta che è stata chiaramente rivolta al Suo Governo: interrompere ogni relazione militare, commerciale e non, con uno Stato protagonista di un genocidio oramai riconosciuto anche dalla Commissione d'inchiesta dell'ONU.
Quella straordinaria giornata di mobilitazione ha visto registrare un'alta adesione e partecipazione alle oltre 80 manifestazioni anche da parte di quel popolo di lavoratrici e lavoratori pubblici, che Lei dovrebbe rappresentare, che hanno deciso di incrociare le braccia perché si sono rifiutati di lavorare per uno Stato che non solo vende armi e collabora a tutti i livelli con Israele, ma che destina decine e decine di miliardi alla folle corsa al riarmo invece di destinarle ad assicurare diritti sociali, salari dignitosi e servizi pubblici.
Una consapevolezza, quella espressa dalle lavoratrici e dai lavoratori pubblici, assolutamente in linea con la Costituzione, che dovrebbe essere il faro delle politiche di qualsiasi Governo e che indica chiaramente e inequivocabilmente che la funzione di uno Stato dovrebbe essere orientata in termini sociali e non in chiave bellica.
Fa specie, nelle Sue dichiarazioni, sentire il richiamo al diritto di sciopero costituzionalmente garantito: vorremmo che alle Sue parole seguissero i fatti, a partire dall'inadempimento di tante Amministrazioni che non hanno comunicato al personale interessato lo sciopero indetto il 22 settembre, probabilmente nel vano tentativo di limitarne l'adesione. Infine ci strappa un amaro sorriso il suo riferimento alle drammatiche ore che vivono le comunità in alcune regioni del Nord a causa del maltempo e che lei mette strumentalmente in relazione con la giornata del 22 settembre.
Sig. Ministro quelle difficoltà non sono il prodotto di una strana congiuntura astrale ma il risultato di politiche, messe in campo anche dal Suo Governo, che non hanno mai investito sulla messa in sicurezza dei territori per fare fronte al dissesto idrogeologico: risorse che ora saranno ulteriormente ridotte perché la Vostra scelta è quella di investire nell'industria bellica. Se ne faccia una ragione Sig. Ministro: continueremo a scioperare, a mobilitarci e a bloccare tutto finché non cesserà il genocidio del popolo palestinese e finché gli aiuti umanitari della Global Sumud Flotilla non arriveranno a Gaza.
Noi ci rifiutiamo di lavorare per la guerra e la barbarie.
Noi vogliamo restare umani.
Roma 26 settembre 2025 Unione Sindacale di Base Pubblico Impiego