USB A ZANGRILLO: ASSUNZIONI, STABILIZZAZIONI E SALARI ADEGUATI, DI QUESTO HA BISOGNO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
USB A ZANGRILLO: ASSUNZIONI, STABILIZZAZIONI E SALARI ADEGUATI, DI QUESTO HA BISOGNO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Salario e assunzioni: queste le due grandi questioni che USB Pubblico Impiego ha posto al tavolo convocato dal ministro Zangrillo a Palazzo Vidoni. Questioni poste da tutti i presenti, a partire dal ministro ma con profonde differenze dalla nostra posizione: USB è stata l’unica a chiedere la cancellazione dell’Ipca, che non tiene conto dei costi energetici, come base di calcolo per l’aumento dei salari. Stracciare quell’accordo e recuperare la reale perdita del potere d’acquisto dei salari è condizione imprescindibile per iniziare a parlare di rinnovo dei contratti.
Così come siamo stati gli unici a ricordare al tavolo, riportando lo slogan “abbassate le armi, alzate i salari”, che gli effetti della guerra li stanno pagando in termini economici i lavoratori e le lavoratrici e che le spese per gli armamenti sottraggono risorse ai salario e ai servizi che rappresentano salario indiretto.
Sulla questione assunzioni i numeri indicati dal ministro come obiettivo per l’ingresso di nuovi lavoratori, 156.400 nel 2023 e numeri analoghi per gli anni 2024 e 2025, oltre a non indicare se riguardano lavoro “buono” o lavoro precario con contratti di ogni tipo, non sono assolutamente sufficienti a risolvere la drammatica mancanza di personale che ormai dilaga in tutta la Pubblica Amministrazione, in ogni settore, a partire da quelli interessati al PNRR.
Si inizi subito ad affrontare il problema con la stabilizzazione dei precari e l’assunzione dei tanti idonei che chiedono di entrare nella PA.
E si renda attrattiva la PA attraverso retribuzioni e risorse adeguate, edilizia dedicata e una riforma dei comparti di contrattazione che tenga conto delle peculiarità, a partire dalla modifica di quello Istruzione e Ricerca.
Da ultimo una sostanziale differenza anche sul piano del linguaggio. Per noi lavoratori e lavoratrici sono uomini e donne, non capitale umano. E lo Stato non è un’azienda, ma l’interfaccia tra Stato e i cittadini che ha come obbiettivo prioritario i bisogni della committenza sociale.
Le parole sono importanti.
Unione Sindacale di Base – Pubblico Impiego