Roma. C.G.I.L. C.I.S.L. e U.I.L. IMPEDISCONO AD UN LAVORATORE DI PARLARE IN ASSEMBLEA
Vorremmo portare a conoscenza dei lavoratori un fatto molto grave che si è verificato durante l’assemblea dei lavoratori del San Michele (Ministero per i Beni e le Attività Culturali).
Il 24 settembre 2007 alle ore 11.00 è stata indetta da CGIL CISL e UIL un’assemblea dei lavoratori con o.d.g. sul Welfare e l’accordo del 23 luglio 2007.
Dopo aver dato la loro versione dei contenuti dell’accordo che ha preso molto tempo, i tre sindacalisti si sono rivolti al personale chiedendo se c’erano domande.
A questo punto ha chiesto la parola una lavoratrice, qualificandosi appunto come lavoratrice del ministero e come iscritta alle RdB.
Aveva appena iniziato a parlare quando come un sol’uomo sono insorti tutti e tre impedendole di continuare adducendo che a quella assemblea si potevano fare solo domande e che non era accettabile che si parlasse della politica economica del governo (ma da che discende l’accordo del 23 luglio se non dalla politica economica?), governo che evidentemente ritengono non criticabile in quanto governo amico.
Tuttavia senza neanche conoscere quali sarebbero state le argomentazioni, hanno dichiarato chiusa l’assemblea avvertendo (o minacciando?) i lavoratori che da quel momento non erano più coperti dalle ore disponibili per le assemblee e quindi, qualora fossero restati, avrebbero potuto essere considerati assenti ingiustificati dal posto di lavoro.
La nostra iscritta ha ribadito che quel comportamento era fortemente lesivo del diritto di un lavoratore, quale che si a la sua collocazione politica o sindacale, ad intervenire in una assemblea di posto di lavoro, ma evidentemente CGIL CISL e UIL non si pongono più il problema della democrazia nei posti di lavoro dove, evidentemente hanno diritto di parola solo chi ancora li sostiene (a dire il vero veramente pochi, se in un’assemblea di un posto di lavoro di circa 800 persone, partecipano alle assemblee solo una quindicina scarsi, tanti erano i presenti).
E dire che hanno anche chiesto ai lavoratori di partecipare alla consultazione sull’accordo.
La verità è che ormai i sindacati concertativi e collaterali con governo e controparti non hanno più neanche il coraggio di ascoltare i lavoratori ed arrivare a togliere loro la parola in assemblea la dice lunga sul loro concetto di rappresentatività e di democrazia. La loro paura del confronto arriva anche a questo punto!
Invitiamo tutti i lavoratori a non partecipare alla consultazione, poiché se queste sono le premesse, pensate quali possano essere le garanzie di correttezza sul risultato.
Riteniamo questo accaduto molto grave e invitiamo tutti i lavoratori a riflettere e a tirarne le dovute considerazioni.