MINISTERO DELLA CULTURA: USB P.I. FIRMA L’ACCORDO SULLE PROGRESSIONI ECONOMICHE ALL’INTERNO DELLE AREE 2023 – 2024!!! NON FIRMA ALL’ACCORDO SULLE FAMIGLIE PROFESSIONALI!!! INFORMAZIONE RIORGANIZZAZIONE DEL MiC!!!

Roma -

MINISTERO DELLA CULTURA: USB P.I. FIRMA L’ACCORDO SULLE PROGRESSIONI ECONOMICHE ALL’INTERNO DELLE AREE 2023 – 2024!!! NON FIRMA ALL’ACCORDO SULLE FAMIGLIE PROFESSIONALI!!!

INFORMAZIONE RIORGANIZZAZIONE DEL MiC!!!

 

In data 14 luglio 2023 si è tenuto un incontro tra l’Amministrazione e le OO.SS. avente come oggetto la conclusione e firma degli accordi relativi alle progressioni economiche e alle famiglie professionali e del personale del MiC. Nel pomeriggio incontro con il Capo di Gabinetto per la presentazione del piano di riordino/riorganizzazione del MiC con ampliamento degli istituti autonomi.

 

Accordo sulle progressioni economiche all’interno delle aree.

È stato definitivamente concluso l’iter che ha portato alla definizione dell’accordo sulle progressioni economiche. Rispetto al testo presentato dall’Amministrazione è stato chiesto di aumentare il punteggio relativo all’esperienza professionale maturata nel MiC e nella Pubblica Amministrazione nelle ex fasce retributive inferiori a quella di appartenenza. Si è concordato per un valore di 0,60 punti/anno al posto di 0,55. Tutte le OO.SS. hanno firmato l’accordo.

USB ha ribadito l’importanza che tutti i lavoratori possano prendere nei due anni le progressioni chiedendo ancora una volta garanzie che la percentuale del 49% moltiplicata per le due annualità consenta effettivamente il passaggio economico a tutti i lavoratori.

L’Amministrazione ha dato garanzie in merito alla questione.

 

Famiglie professionali

L’amministrazione ha comunicato che gli organi di controllo hanno chiesto di escludere dall’accordo la parte relativa ai profili professionali. Questo significa che l’accordo riguarda esclusivamente le n.5 famiglie professionali mentre i profili di ruolo e le specifiche mansioni saranno definite con un protocollo interno tra le parti.

USB NON ha sottoscritto l’accordo e ricordato di avere segnalato l’importanza di una definizione delle famiglie professionali effettiva ed efficace soprattutto nella riorganizzazione delle attività e ruoli.

Era un’occasione importante per disegnare una struttura organizzativa e professionale nuova e adeguata ai tempi, che potesse conciliare quelle esigenze di un sistema flessibile richiesto dalla parte datoriale con le necessarie tutele per i lavoratori sia riguardo l’ordinario svolgimento della propria attività lavorativa che relativamente all’evoluzione e ai percorsi di crescita professionale a cui tutti, legittimamente, aspirano.

Abbiamo da subito anche evidenziato le criticità e i pericoli di un sistema definito per aree, in cui le famiglie professionali costituiscono l’unico elemento di gradualità delle mansioni e della esigibilità delle stesse da parte del datore di lavoro, per evitare il possibile ripetersi del mansionismo storico. Era necessario definire e strutturare il sistema con equilibrio evitando, soprattutto, grandi aggregazioni di professionalità in cui i lavoratori possono essere assegnati a mansioni non specifiche della propria qualifica e competenza ma – semplicemente – della famiglia professionale di appartenenza (con alcune limitazioni legate alla normativa).

Abbiamo lavorato tanto per questo obiettivo coinvolgendo tantissimi colleghi e i sindacalisti presenti sul tavolo tecnico, in confronti accesi e sempre costruttivi. E siamo ancora più convinti che la nostra strada proposta fosse quella giusta!

Purtroppo, le scelte approvate a larga maggioranza dai rappresentanti delle altre OO.SS. con la sottoscrizione dell’accordo odierno, vanno in un’altra direzione e porteranno ancora maggiori criticità e precarietà professionale per i lavoratori.

Il nuovo ordinamento professionale prevede infatti solo 5 famiglie professionali, noi ne avevamo proposte inizialmente dieci ma dopo i vari incontri tecnici avevamo condiviso con l’Amministrazione 6, sic!!!di cui una – quella tecnico-specialistica per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale – coinvolge 13-15 professionalità! È la vittoria del sistema nel quale “tutti fanno tutto” e che favorirà un mansionismo sfrenato e generalizzato.

È allarmante e preoccupante che tale situazione sia determinata non dall’Amministrazione (sic! sic!) ma soprattutto da quei sindacati che spesso si riempiono la bocca di essere gli unici “paladini” dei lavoratori

Sono questi stessi sindacati, corporativi e acconsenzienti del potere politico di turno, che si assumeranno la responsabilità delle conseguenze di tali scelte davanti ai lavoratori.

 

Riordino/Riorganizzazione del Ministero

Nel pomeriggio c’è stato l’incontro tra OO.SS. e Capo di Gabinetto per discutere i contenuti dello schema di modifica del regolamento di organizzazione del Ministero della Cultura che prevede l’ampliamento del numero degli istituti autonomi e la riorganizzazione/accorpamento di alcuni.

USB ha chiarito subito che riordino o riorganizzazione - comunque la si voglia chiamare – di fatto   c'è una trasformazione continua in questo ministero.

Parlare di riordino non è corretto perché questa si configura come una devastazione - forse definitiva – di tutto l’apparato di gestione e controllo del patrimonio culturale pubblico.

Istituire altri 16 istituti autonomi, alcuni con autonomia speciale, vuol dire favorire un sistema di privatizzazione “nascosta” ancora più allargata.

Questo governo nonostante si faccia promotore di una cultura nazionale, quando si tratta di tutelare il patrimonio culturale pubblico si inventa invece un ulteriore controriforma: ci è stato detto, infatti, che ci saranno altri incontri con le OO.SS. perché dovrà arrivare un ulteriore regolamento di riorganizzazione del Ministero!

Ma il percorso quale doveva essere? Quello di tutelare l’apparato culturale pubblico della nazione, per usare le vostre parole. Ovvero tutto quello che riguarda il patrimonio paesaggistico, architettonico, archeologico, culturale, archivistico, librario ecc.. Invece si sferra un attacco al bene comune pubblico così da consentire ulteriore profitto al mondo delle imprese private. L'istituzione di ulteriori istituti autonomi significa altrettante ulteriori stazioni appaltanti con tutto quello che ne consegue in termini, concessioni, appalti, personale atipico, precario, sfruttato e sottopagato. Abbiamo, in tal senso inviato già tre note per chiedere cosa si intende fare per il mondo del precariato dentro il Ministero della Cultura, con particolare riferimento a quello delle società concessionarie e in appalto. Ma non è arrivata nessuna risposta. Pertanto, su questo punto abbiamo richiesto un tavolo urgente di confronto con il Capo di Gabinetto. Riguardo il fabbisogno di personale e la dotazione organica, il Ministro nell'ultimo incontro ci aveva rassicurati circa la volontà di riportare i numeri del personale in servizio a un numero tale da consentire la tutela, completamente abbandonata, la fruizione e la valorizzazione di tutto il patrimonio culturale. Ma nonostante tale dichiarazione, ancora poco si sta facendo in tal senso. Nessuna notizia sulle prospettive occupazionali certe di questo ministero. Inoltre, con la formazione di questi nuovi istituti qual è il personale che andrà a prenderà servizio? Come sarà suddiviso o ricollocato il personale nelle sedi che saranno accorpate? Sono temi questi molto delicati. A tale proposito la definitiva soluzione del problema dei “funzionari ombra” sarebbe stato un modo molto efficace per conciliare queste molteplici esigenze, visto che andrebbero a ricoprire ruoli oggettivamente scoperti nei nuovi istituti.

In conclusione, abbiamo chiesto di affrontare i problemi veri che affliggono questo ministero, anche considerando che la politica è di passaggio, per lasciare segnali positivi sull'occupazione, sul salario e sulla dignità dei lavoratori.

 

 

SEMPRE DALLA PARTE DEI LAVORATORI!! ADERITE ALLA NOSTRA O.S.!!!