MINISTERO DELLA CULTURA: LETTERA APERTA PER TUTELARE LA DIGNITÀ E L’ONORABILITÀ DEI LAVORATORI DEL MIC
Spett.li
dott.ssa Cinzia DAL MASO
Personale del MiC
Gentile Dott.ssa Dal Maso,
Cari Colleghi,
siamo ancora sconcertati dalle parole da Lei pronunciate in occasione dell’incontro pubblico “Dialoghi con l’Archeologia“ nella giornata del 10 aprile, durante il quale, con grande serenità, Lei ha dichiarato che qualcuno del nostro Ministero, le avrebbe riferito che “i custodi rubano”. Se non fosse già grave questo, Lei ha pensato bene di ribadirlo con energia: “Ora, che i custodi rubino, è vero. E che i vecchi custodi del Ministero fossero, o forse sono ancora, una mafia è anche vero”. Glielo riportiamo, poiché abbiamo già letto come Lei abbia sostenuto che queste parole Le fossero state attribuite, salvo poi dover riconoscere il vero, che in effetti erano state dette, ma il senso del discorso era un altro, ovvero intendeva sostenere “che tali professionisti dovrebbero non solo interagire con tutte le altre figure museali, ma addirittura amalgamarsi con chi oggi si occupa dei servizi educativi, proprio per offrire un servizio ottimale a tutti i visitatori”. “Addirittura”. Quegli stessi professionisti che, poco prima, Lei stessa ha definito “guardia sala”, “custodi”, “ex custodi divenuti assistenti alla fruizione” e che, sempre secondo le sue parole, nel nostro Ministero erano “dei paria, dei dalit, non so come definirli”. Meno male che “l'intero discorso” fosse “teso proprio a valorizzare i compiti degli assistenti alla fruizione”: ci si chiede cosa avrebbe detto se il suo scopo dichiarato fosse stato, invece, quello di denigrarli! È comunque singolare e pure paradossale che, come spesso accade, sia un esterno al MiC che debba spiegare allo stesso Ministero, come dovrebbe essere impiegato il personale. Sfruttando ovviamente l’occasione per presentare autoreferenzialmente le collaborazioni svolte con alcuni istituti culturali (e di certo non pro bono) e proponendo come grandi innovazioni ciò che nella maggior parte dei musei nazionali è in atto ormai da un quarto di secolo (Le ricordiamo che storici dell’arte e archeologi in sala, pronti a dare informazioni “senza imporsi”, come dice Lei, sono in questo ministero addirittura dalla fine dello scorso millennio, dal 1999). Il personale che oggi è impiegato nella categoria professionale degli Assistenti alla Fruizione, Accoglienza e Vigilanza e (non “guardia sala”, “custodi”, “paria” o “dalit”) viene selezionato con concorsi costituiti da prove scritte e orali anche in lingua; non si tratta quindi di “giovani” che, come dice Lei, “parlano un po’ di inglese e un po’ di francese”, ma di personale qualificato. È un dato di fatto che, in molte realtà museali del MiC, questo personale sia già impiegato non solo nell’accoglienza ai visitatori, attività svolta con la competenza e l’attenzione previste, ma anche in numerose attività di tutela, fruizione e, spesso ricordiamolo, in situazioni difficili, con pochi mezzi e con numeri di personale ben al disotto di quelli previsti dalle dotazioni organiche.
La invitiamo, pertanto, a porgere scuse pubbliche ai lavoratori e alle lavoratrici colpiti dalle sue parole: la risposta, anche un po’ piccata a un post sui social, non è sufficiente. Per cui restiamo in attesa di una sua dichiarazione, in mancanza della quale daremo mandato ai nostri legali a difesa dell’onorabilità dei dipendenti del MiC, nostri colleghi.
Cordiali Saluti
Roma, 12 aprile 2025
USB P.I MiC
DI SEGUITO LA NOSTRA NOTA INVIATA ALLA DIREZIONE GENERALE NAZIONALE MUSEI E ALLA DIREZIONE REGIONALE MUSEI NAZIONALI LIGURIA
Spett.li Direzione Generale Nazionale Musei
c.a. prof. Massimo OSANNA
Direzione Regionale Musei Nazionale Liguria
c.a. dott.ssa Alessandra GUERRINI
OGGETTO: Parole inaccettabili e lesive della dignità dei lavoratori dei beni culturali – Richiesta di intervento immediato
La USB MiC esprime sdegno e profonda indignazione per le gravi dichiarazioni rilasciate da Cinzia Dal Maso all’interno di un museo statale, in occasione di un evento pubblico ospitato a Palazzo Reale di Genova. Definire i lavoratori della assistenza, fruizione, accoglienza e vigilanza del patrimonio culturale come dei ladri dicendo che i “custodi rubino” e definendo oltretutto “i vecchi custodi una mafia” è inaccettabile, indegno e palesemente diffamatorio oltre a ledere l’immagine del Ministero.
Ancora più grave, tuttavia, è il silenzio assordante della Direzione del Palazzo Reale di Genova, che non solo non ha preso le distanze da affermazioni di tale gravità, ma ha anche consentito che venissero pronunciate in un contesto istituzionale, senza alcuna reazione né tutela del personale presente. Un’assenza di responsabilità che suona come una complicità passiva e che getta un’ombra inquietante sulla capacità del MiC di difendere la dignità e il lavoro dei propri stessi dipendenti.
I lavoratori del Ministero della Cultura non sono “custodi” nel senso svilente e superficiale che certi ambienti continuano a propagare: sono professionisti che ogni giorno, con serietà e sacrificio, rendono possibile l’apertura, la tutela, la valorizzazione e la fruizione del nostro patrimonio culturale. Senza di loro, archeologi, storici, turisti e divulgatori non avrebbero nemmeno accesso ai luoghi che li rendono celebri.
Chiediamo un rapido chiarimento rispetto alle collaborazioni in essere tra il MiC e la dott.ssa Dal Maso. Pretendiamo scuse pubbliche immediate da parte della Dal Maso e una risposta ufficiale della Direzione Generale Musei e della Direzione regionale Musei Liguria, a difesa dei lavoratori offesi.
In caso contrario, USB P.I. si riserva di procedere con tutte le azioni necessarie, anche in sede legale e mediatica, per tutelare la dignità e l’onorabilità del personale del MiC.
Non resteremo in silenzio di fronte all’ennesimo episodio di disprezzo verso chi lavora, e lavora davvero, per la cultura.
Roma 12/04/2025
USB PI MiC