Il CONTO TERZI non risolve i problemi

Firenze -

Il CONTO TERZI non risolve i problemi

 

La proposta avanzata da una organizzazione sindacale di attuare il conto terzi anche nel nostro istituto impone che si chiarisca la posizione della nostra organizzazione sindacale a questo riguardo: è risaputo che la partecipazione al conto terzi permette a una parte dei lavoratori del MiBAC di aumentare il loro salario, troppo basso, allungando il loro impegno lavorativo.

 

La nostra organizzazione sindacale non si scandalizza se i lavoratori cercano di assicurare alle loro famiglie di arrivare alla fine del mese con questo sistema, ma non può assolutamente sottoscrivere un accordo teso a istituzionalizzare il conto terzi che favorisce soprattutto le Ditte concessionarie e costringe il singolo lavoratore ad allungare all’estremo il suo orario lavorativo per arrivare ad avere un salario sufficiente per vivere!

 

Bisogna inoltre considerare che il conto terzi è un vero e proprio secondo lavoro autorizzato, che aumenta le sperequazioni tra lavoratori perché solo alcuni di essi possono accedervi, e permette al Ministero di continuare nella sua cieca politica di blocco delle assunzioni, politica che sta portando anche il nostro Istituto verso l’estinzione.

Il monitoraggio degli importi dimostra che ci sono lavoratori, sindacalisti, rsu, quasi sempre gli stessi, che percepiscono regolarmente delle somme semestrali che superano di molto i 5.000 euro annui previsti. Le prestazioni rese per conto terzi inoltre sono spesso contestuali con le attività istituzionali ordinarie degli istituti, che spesso non vengono garantite a causa della forte carenza di personale. Alcuni istituti “nascondono” addirittura i redditi percepiti dal personale, ponendo il problema della privacy. Il sindacato di base lavora per allargare la solidarietà tra lavoratori, all’interno del settore pubblico come con quelli del settore privato; solo con un’azione unitaria e solidale infatti i lavoratori potranno salvaguardare i loro interessi nel lungo periodo. Se al ministero interessa tenere i musei aperti più a lungo deve farlo quindi assumendo direttamente nuovo personale; se vuole un servizio efficiente deve aumentare il salario dei lavoratori puntando ad aumentare la loro professionalità; ricorrere al conto terzi per far lavorare di più chi già ha un lavoro è una politica ingiusta e sbagliata. Per reagire alla grave crisi economica internazionale lo Stato sta riducendo progressivamente i salari dei lavoratori pubblici mentre nel settore privato le ore di cassa integrazione sono al massimo storico e la prospettiva per centinaia di migliaia di lavoratori è quella di uscire definitivamente dal mondo del lavoro. I giovani non trovano un impiego e se lo trovano sono pagati una miseria e costretti ad una estrema precarietà. Tutto questo sta avvenendo con la complicità dei sindacati collaborazionisti CISL, UIL, CGIL e UGL. Il congelamento delle retribuzioni dei dipendenti pubblici e in particolare del salario accessorio, in atto dal 1 gennaio 2011 con l’applicazione della legge 122/2010, i nuovi criteri di valutazione del “merito”, il blocco delle assunzioni, sono un nuovo passo verso l’ulteriore perdita del potere d’acquisto dei salari dei lavoratori e verso il costante peggioramento delle condizioni di lavoro ma anche della qualità dei servizi offerti.

L’USB/MBAC opponendosi alla richiesta dell’introduzione di una regolare attività di conto terzi anche all’Opificio, ribadisce che l’aumento dei salari, il miglioramento delle condizioni di lavoro, la lotta alla disoccupazione debbono essere gli obbiettivi primari del sindacato, ma che risultati effettivi potranno essere imposti solo con la mobilitazione e la lotta dei lavoratori.

 

 

Firenze 06/06/2011