FUNZIONI CENTRALI, DEMOCRAZIA SINDACALE È DIRITTO PIENO A DIRE NO AD UN CONTRATTO A PERDERE. L’ARTICOLO 7 VA CANCELLATO

Roma -

 

FUNZIONI CENTRALI, DEMOCRAZIA SINDACALE È DIRITTO PIENO A DIRE NO AD UN CONTRATTO A PERDERE. L’ARTICOLO 7 VA CANCELLATO

 

Passate le RSU, che restituiranno, quando si avranno i risultati definitivi, il dato politico rispetto relativamente alle posizioni assunte ai tavoli dei rinnovi contrattuali 2022-2024, si torna a battagliare nei luoghi di lavoro delle Funzioni Centrali sui contratti integrativi.

La riapertura della contrattazione di secondo livello porterà con sé la questione dell’esclusione delle Organizzazioni Sindacali non firmatarie. Esattamente come successe nel 2018, con la differenza che questa volta insieme ad USB PI ci saranno anche CGIL e UIL.

Leggiamo dai comunicati di queste organizzazioni che questa esclusione rappresenta un vulnus democratico.

Effettivamente è così.

L’esclusione dal sistema delle relazioni sindacali di quelle Organizzazioni che decidono di non firmare è una norma, l’articolo 7, gravemente antidemocratica prevista dai CCNL del Pubblico Impiego, non dalla Legge, che va assolutamente rimossa. Sicuramente la sua modifica parziale, con l’ammissione dei non firmatari al Confronto e alla Informativa, così come ha stabilito una recente sentenza relativamente al comparto Istruzione e Ricerca, rappresenta un fatto importante e USB si prepara alla battaglia legale per la sua applicazione a tutto il Pubblico Impiego a partire dalle FFCC. Ma non basta.

Non può bastare. Infatti, anche se quella sentenza va nel senso del riconoscimento del diritto di un sindacato di poter continuare a svolgere a pieno titolo la propria funzione nei luoghi di lavoro sulla base della rappresentatività e non della sua supina accettazione delle proposte della controparte, non risolve il vulnus democratico per dirla come recita il comunicato di CGIL e UIL.

Infatti, la questione è che ogni Organizzazione Sindacale deve essere libera di non firmare un contratto se lo reputa svantaggioso per i lavoratori, senza per questo dover subire la penalizzazione dell’esclusione da uno qualsiasi degli istituti delle relazioni sindacali, soprattutto dalla contrattazione integrativa.

Se a questo aggiungiamo che in tutte le FFCC, e anche in enti multi sede appartenenti ad altri comparti, esiste un livello di contrattazione integrativa nazionale dalla quale è esclusa la RSU, appare chiaro che il sistema va complessivamente revisionato in senso democratico, in modo tale da mantenere la rappresentatività come unico criterio per l’ammissione a tutti i livelli di contrattazione e per consentire alle RSU di essere davvero attore principale delle contrattazioni integrative, a tutti i livelli, compreso quello nazionale.

Una questione, quella della democrazia sindacale, non più rinviabile e sulla quale continueremo a dare battaglia, se possibile con ancora maggiore determinazione, già dai rinnovi 2025-2027.

Vedremo se ancora da soli o, questa volta, in compagnia.

 

Nazionale - venerdì, 23 maggio 2025

 

                                                

                                                                                                                                                                                                                             USB Pubblico Impiego