Calabria. RdB risponde alla Uil

In allegato la lettera della Uil (2 parti)

Reggio Calabria -

COMUNICATO  AI LAVORATORI DELLA  SOPRINTENDENZA per i BENI ARCHEOLOGICI DELLA CALABRIA e RISPOSTA ALLA LETTERA DEL SEGRETARIO GENERALE UILBAC

 



     Appare assai singolare leggere ciò che è apparso nelle bacheche della Uil, Confsal/Unsa e soprattutto nella bacheca della RSU del Museo di Reggio Calabria: una nota inviata dal segretario generale Uil/bac al Direttore Regionale Dott. R. Sassano e al Direttore Generale OIF, Arch. A . P. Recchia.


     E’ singolare intanto che una nota inviata dal segretario generale di UNA sigla sindacale diventi “verbo incarnato” per altre sigle sindacali, ma soprattutto lo diventi per la RSU che, come afferma l’autore stesso, rappresenta TUTTI i lavoratori, anche quelli che lui, indirettamente, attacca.


     E’ singolare anche il “tempus” scelto dal segretario per l’invio della sua nota: le situazioni sindacalmente conflittuali all’interno della Soprintendenza Archeologica della Calabria non sono una novità, ma il “non possumus” del segretario Uil arriva proprio adesso, in un momento in cui la richiesta di confronto avanzata dalle OO. SS CGIL, Rdb , FLP si fa più decisa e perentoria.


     Non appare invece singolare, perlomeno non per la nostra  O.S., che ben conosce le problematiche lavorative vissute dalla categoria degli ex ATM a Reggio Calabria, il contenuto della nota, vagamente diffamatorio nei confronti di una categoria di lavoratori, oltre che non veritiero.


     Urge fare chiarezza nella gran confusione in cui versa il segretario generale Uil/bac , visto che parla di accordi sottoscritti ai tavoli nazionali in data 28 Novembre, mentre la contrattazione che aveva per oggetto il progetto di estensione dell’orario di lavoro degli ex ATM si è svolta in data 23 Ottobre2008.
    Continuando nelle sue imprecisioni, egli attribuisce alla contrattazione decentrata d’Istituto, tenutasi in data 28 novembre, ciò che è invece già stabilito dalla norma che regola i contratti part-time, e cioè la redazione dell’atto aggiuntivo al contratto di lavoro, la cui sottoscrizione è stata invocata dai lavoratori da subito ma si è verificata, anche a seguito di ricorsi e solleciti legali, solo nell’anno 2009, ben UN ANNO DOPO la stipula del contratto a tempo indeterminato!


    L’invidia astiosa manifestata dal segretario generale Uil durante l’assemblea dei lavoratori tenutasi mesi orsono a Reggio Calabria, dovuta all’adesione della quasi TOTALITA’ degli ex ATM alla nostra sigla sindacale, non solo denuncia il suo malanimo e la scarsa presenza di fair-play sindacale, ma denota anche la non conoscenza dei “fatti di Reggio”quale scusante di una presa di posizione volta a difendere l’indifendibile.


     Le distanze da un accordo perlomeno discutibile, quello siglato il 28 novembre 2008 presso la Soprintendenza Archeologica della Calabria da quella che, impropriamente, definisce “compagine sindacale maggiormente rappresentativa”,  le aveva prese lui stesso in seno all’Assemblea sopra citata, quando, dinanzi alle pubbliche denunce fatte dagli ex ATM sulla natura vessatoria delle condizioni  imposte per l’adesione al progetto e poi concordate sindacalmente, si giustificava dicendo che “ognuno rispondeva sul piano personale delle scelte sindacali fatte”.    La sua acre descrizione della categoria degli ex ATM quali novelli signorotti che “si scelgono il lavoro da fare, il funzionario di riferimento, il modello organizzativo e gli orari che più rispondono alle proprie esigenze”, oltre che apparire ridicola e paradossale, in quanto palesemente contrastante con quanto avviene  quotidianamente a danno degli ex ATM, dimostra la totale ignoranza degli accordi sottoscritti in sede decentrata, visto che, invocando la tutela della   funzionalità e dell’efficienza del servizio   amministrativo, ignora che una delle condizioni per l’adesione al progetto, l’utilizzo nei giorni festivi, ha esclusivamente finalità vessatorie. I turni di servizio evidenziano infatti che il maggior utilizzo del personale a tempo pieno avviene proprio il giorno festivo (eludendo la normativa che limita l’utilizzo dei lavoratori in giorni festivi) perché, come  un segretario nazionale dovrebbe ben sapere, questo dà diritto, in regime di paga ordinaria, alla maggiorazione prevista per legge.   


     E’ opportuno rilevare che, nella sottoscrizione degli accordi a livello nazionale, proprio il segretario Uil allegò al verbale una dichiarazione nella quale “la Uil relativamente al progetto destinato agli ex ATM ribadisce che al predetto  personale vanno riconosciuti i diritti previsti dai CCNL in merito alle turnazioni e ferie e maternità”: l’incoerenza tra quanto affermato in quella dichiarazione e quanto scritto nella sua recente nota è palese e non necessita di alcun commento.


 Si ricorda inoltre che il personale ex ATM svolge anche nell’ordinarietà le mansioni previste dal profilo di Assistente alla vigilanza, sicurezza….. , con umiltà e grande professionalità, mentre ci sono altri lavoratori, con la stessa qualifica, che vengono adibiti a mansioni diverse e superiori alle proprie, nonostante le direttive contrarie del Direttore Generale del personale.


     E’ necessario inoltre sottolineare  che l’accordo locale del 28 novembre 2008  è stato sottoscritto tra le “organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative” e l’Amministrazione, con la mancata convocazione della RdBCUB e FLP, organizzazioni sindacali anch’esse maggiormente rappresentative e firmatarie del CCNL: tutto nella totale e assoluta ignoranza ed  inosservanza, da parte della Soprintendenza, delle norme fondamentali che regolano le relazioni sindacali nella Pubblica Amministrazione.


     La gestione dei rapporti sindacali come “cosucce da bottega” da parte della Soprintendente è ulteriormente confermata dal comportamento singolare, tenuto dalla stessa, nel corso del primo incontro formale con i rappresentanti sindacali della nostra organizzazione, che contestavano la validità della contrattazione. La Soprintendente, a giustificazione del suo operato, convocò, in quell’occasione, gli ex capiservizio, a tutt’oggi responsabili in toto della gestione del personale di vigilanza,  i quali, presenziando (senza averne titolo) alla riunione, esibirono dei tabulati dai quali si evidenziava, secondo loro, la mancata adesione e la scarsa produttività verificatesi nel precedente progetto .


     In merito, è indispensabile sottolineare la lettura volutamente inappropriata ed inadeguata  di quei dati, la mancata applicazione dell’accordo locale del 4 aprile 2007(che stabiliva la possibilità di flessibilizzare l’orario di lavoro in due turni di 9 ore per lo svolgimento del progetto), le forzature fatte dallo “sceriffo”capo servizio “simpatizzante iscritto” Uil (persona stimata dal segretario nazionale della stessa O.S.), che imponeva i giorni per lo svolgimento del progetto. Tutte anomalie subito denunciate dalla scrivente, e contestate in modo inoppugnabile nel corso della contrattazione sindacale locale tenutasi in data 12 maggio 2009, definita “riunione” dal segretario Uil, e alla quale “le organizzazioni maggiormente rappresentative” Uil e Unsa non hanno ritenuto di dover partecipare.


     Alla luce delle posizioni prese allora e ribadite nella nota”unificata” presentata da RSU, Uil, UNSA/Falbac in quell’occasione, non si capisce la ragione della partecipazione alla riunione per la composizione del conflitto dinanzi al Direttore Regionale, che è il consequenziale prosieguo della giornata  del 12 maggio 2009!


     Nel prendere atto della partecipazione della Uil, Unsa e della RSU alla contrattazione dinanzi al Dirigente Regionale, pur evidenziando la singolarità e l’inopportunità che la comunicazione di tale partecipazione venga effettuata dal segretario Uil/bac “a reti/bacheche unificate” anche per conto dell’ Unsa e soprattutto della RSU, la RdBMBAC esprime l’augurio che tale confronto possa essere fruttuoso e svolto nell’interesse di una categoria di lavoratori che già molto ha subito ma che non ha rinunciato all’unica cosa che le rimane: la dignità.


La RdbMBAC si permette di ricordare alla RSU eletta all’interno della struttura  museale che la principale funzione del rappresentante sindacale unitario  è quella di tutelare TUTTI  i LAVORATORI, funzione sinora non attuata nei confronti di una categoria di lavoratori  quali gli ex ATM.

La dignità della RSU, diretta rappresentante dei lavoratori, delle loro necessità, delle loro esigenze, delle loro problematiche, non può essere svilita mettendola al servizio di alcuna sigla sindacale.