BENI CULTURALI: USB INCONTRA IL MINISTRO FRANCESCHINI CHE ANNUNCIA LA SUA CONTINUITA' CON LA POLITICA DEI TAGLI DEL GOVERNO E DEL PRECEDENTE MINISTRO.

LA LEGGE 150/2009( DECRETO BRUNETTA) NON SARA' CANCELLATA; ACCORPAMENTO DELLE SOPRINTENDENZE; DISTINZIONI DELLE FUNZIONI TRA DIREZIONI REGIONALI E SOPRINTENDENZE; TAGLIO DEI DIRIGENTI; TAGLIO ALLA DOTAZIONE ORGANICA; RIFORMA DEL MINISTERO; AUMENTO DEL PERSONALE ATTRAVERSO LA SOCIETA' ALES SPA E MOBILITA' TRA MINISTERI E COMPARTI.

Roma -

 

BENI CULTURALI: USB INCONTRA IL MINISTRO FRANCESCHINI CHE ANNUNCIA LA SUA CONTINUITA'CON LA POLITICA DEI TAGLI DEL GOVERNO E DEL PRECEDENTE MINISTRO.

 

LA LEGGE 150/2009( DECRETO BRUNETTA) NON SARA' CANCELLATA; ACCORPAMENTO DELLE SOPRINTENDENZE; DISTINZIONI DELLE FUNZIONI TRA DIREZIONI REGIONALI E SOPRINTENDENZE; TAGLIO DEI DIRIGENTI; TAGLIO ALLA DOTAZIONE ORGANICA; RIFORMA DEL MINISTERO; AUMENTO DEL PERSONALE ATTRAVERSO LA SOCIETA' ALES SPA E MOBILITA' TRA MINISTERI E COMPARTI.

Questo è il documento che abbiamo consegnato al Ministro.

La nostra analisi politica non può che partire dalla valutazione degli esiti disastrosi che il generalizzato attacco al Pubblico Impiego, dalla Sanità ai Servizi Comuni, al Sistema pensionistico ha prodotto. E’ di vitale importanza per tutti noi comprendere gli obiettivi e le strategie perseguite da tutti i governi succedutisi alla guida del paese negli ultimi 20 anni. Un’altra pesante picconata ai diritti e alle garanzie è arrivata dal governo Renzi con il “pacchetto lavoro” sull’apprendistato e contratti a termine, che rende permanente la Precarietà a vita delle lavoratrici e dei lavoratori. Oltre agli stravolgimenti legati alla spending- review e alla riforma della Pubblica Amministrazione annunciata dal Presidente del consiglio. Tutto in linea con le indicazioni dell’Unione Europea, della Banca Centrale Europea e del Fondo Monetario internazionale. La costante sistematica erosione del ruolo pubblico e la conseguente cessione di compiti e funzioni a soggetti privati, operazione giustificata con la necessità di riduzione delle “funzioni centrali” e di “razionalizzazione della spesa”, ha determinato, com’era facile prevedere, drastica riduzione del personale, messa in discussione dei diritti (diritto di rappresentanza e di agibilità sindacale in primis), precarietà, dismissioni di servizi prestati sul territorio.

Il caso del MiBACT è in tal senso emblematico: da tempo esso opera in estrema difficoltà, di fatto paralizzato da rilevanti tagli di bilancio e da pesanti e generalizzate carenze negli organici, tutti largamente inferiori alle necessità, con conseguenze a dir poco devastanti sulla tutela dei beni culturali. Il collasso del Ministero e la conseguente totale paralisi in ambiti e funzioni che dovrebbero essere considerate prioritarie in un paese come l’Italia, è solo questione di tempo. Tutto ciò risulta ancor più insensato se si considera il fatto che stiamo parlando di un paese che, per quanto riguarda i beni culturali, detiene più del 60% del patrimonio mondiale, un paese in cui, dati alla mano, una politica di tutela e salvaguardia del paesaggio e della “cultura” significherebbe un considerevole incremento di sviluppo economico, tale da giustificare ampiamente qualunque investimento, che si tradurrebbe pure positivamente in aumento di occupazione diretta ed indotta.

La realtà ci mostra invece una situazione di scempio generalizzato: intere aree del paese devastate, monumenti, siti archeologici, pinacoteche, musei, biblioteche e archivi in abbandono, esposti al degrado quando non al saccheggio, funzioni fondamentali nella tutela, nel restauro e persino nella sicurezza dei posti di lavoro cedute “in appalto” . Va rilevato e denunciato con forza come il fenomeno delle esternalizzazioni e privatizzazioni a fronte di una erogazione di servizi generalmente al di sotto degli standard garantiti dal pubblico, producano scarso incremento di occupazione (sottopagata e con scarsi diritti) e generino un meccanismo perverso sul piano economico: a fronte di una continua riduzione degli stanziamenti destinati alla funzionalità delle strutture pubbliche, i servizi esternalizzati e privatizzati determinano un ingente esborso di denaro pubblico. Pertanto bisogna reinternalizzare le attività e le funzioni con la relativa assunzione di tutte le lavoratrici e i lavoratori. Semplificando il concetto, come collettività paghiamo di più per avere un servizio che potremmo ottenere ad un costo inferiore e di migliore qualità.

    Completa il quadro disastroso in cui versa il Ministero la situazione del personale: sottopagato, sottoutilizzato, mortificato professionalmente, anagraficamente invecchiato per il blocco del turn-over.

    Prioritario quindi diventa, per un sindacato di base come il nostro, partire dalle condizioni concrete dei lavoratori nelle singole realtà lavorative e da questa piattaforma rivendicativa di Ministero, a difesa dei lavoratori stessi, dell’occupazione e del suo incremento, del ruolo pubblico dello stato contro la politica “europea” di tagli e sacrifici a senso unico.

    Abbiamo chiesto quindi un intervento politico mirato a modificare la normativa vigente in merito al cedolino unico e allo scorrimento delle graduatorie della riqualificazione per:

 

  •  L'inquadramento definitivo degli idonei delle graduatorie per i passaggi dalla II Area alla posizione economica ex C1, oltre 2000 unità, che colmerebbero la carenza di numerose professionalità tra cui alcune non erano presenti nelle graduatorie dei concorsi esterni, di cui l’Amministrazione è carente e di cui necessita. Abbiamo ricordato al Ministro che le lavoratrici e i lavoratori risultati idonei ai percorsi di riqualificazione continuano comunque a svolgere mansioni diverse e superiori dalle proprie;
  •  L'inquadramento dei 303 lavoratori comandati presso il MiBACT;
  •  Garantire alle lavoratrici e ai lavoratori in esubero nella I area i numeri necessari nella dotazione organica del MiBACT:
  •  Sicurezza nei luoghi di lavoro.

Relazioni sindacali

 

  •  Immediato ripristino della precedente normativa relativa alla partecipazione delle RSU e delle OO.SS alle riunioni sindacali convocate dall'Amministrazione all'interno dell'orario di lavoro;
  •  Cancellazione della riforma Brunetta;
  • Titolarità di contrattazione delle RSU e delle OO.SS. in materia di organizzazione del lavoro;
  •  Restituire alla contrattazione integrativa la pienezza delle funzioni e delle prerogative, limitando l’azione degli organi di controllo alla sola verifica della copertura economica degli accordi;
  • Ripristino delle corrette relazioni sindacali a livello decentrato regionale e locale in modo particolare quelle della Direzione regionale Liguria che, nonostante l'interventi positivi del Segretario generale e del Direttore generale delle biblioteche, nulla è cambiato.

A fronte del quadro drammatico in cui si trova oggi la P.A., in particolare il nostro Ministero, riteniamo necessario organizzare la “resistenza e la lotta” a partire dai territorio, dai posti di lavoro e dal presidio delle singole specificità, per fronteggiare e contrastare gli attacchi ai diritti individuali e collettivi delle lavoratrici e dei lavoratori dei Beni Culturali , del Turismo, e non solo.

 

  USB P.I. MiBACT