BENI CULTURALI E TURISMO: SERVIZI AGGIUNTIVI SITI MUSEALI. APPELLO AL MINISTRO:

SERVIZI AGGIUNTIVI SITI MUSEALI. APPELLO AL MINISTRO INSERITE NEI BANDI DI GARA LA CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA SOCIALE AL FINE DI MANTENERE INALTERATI GLI ATTUALI LIVELLI OCCUPAZIONALI. MODIFICATE LA NORMATIVA DI RIFERIMENTO. OPPURE REINTERNALIZZATE TUTTI I SERVIZI CON LA RELATIVA ASSUNZIONE DI TUTTE LE LAVORATRICI E I LAVORATORI DELLE SOCIETA' E COOPERATIVE CONCESSIONARIE.

L'USB P.I. MiBACT SCRIVE AL MINISTRO E AL SOPRINTENDENTE DEGLI SCAVI DI POMPEI ANCHE PER IL PERSONALE ADDETTO ALLA MANUTENZIONE DEGLI IMPIANTI ELETTRICI E SICUREZZA TECNOLOGICA.

 

Roma -

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Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo

On. Dario Franceschini

gabinetto@beniculturali.it

 

 

Al Soprintendente per i Beni Archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia

Prof. Massimo Osanna

ssba-pes@beniculturali.it

 

Oggetto: clausola di salvaguardia sociale e richiesta di modifica della normativa vigente.

 

La scrivente O.S. è stata informata, dal personale addetto al servizio di manutenzione impianti elettrici, sicurezza e tecnologici della Soprintendenza di Pompei, Ercolano e Stabia, che nel bando relativo al servizio di cui sopra, di prossima pubblicazione, non è stata inserita la clausola di salvaguardia sociale al fine di mantenere inalterati i livelli occupazionali senza ledere, ovviamente, il principio sulla libertà di iniziativa economica sancito dall’art. 41 della Costituzione.

Il D. Lgs. 163 del 2006, Codice degli Appalti, di recepimento delle direttive comunitarie, contiene diverse disposizioni volte a contemperare i principi di mercato con le esigenze che possono insorgere dal contesto sociale. L’art. 2 al comma 2 sancisce “il principio di economicità può essere subordinato, entro i limiti in cui sia espressamente consentito dalle norme vigenti e dal presente codice, ai criteri, previsti dal bando, ispirati a esigenze sociali, nonché alla tutela della salute e dell’ambiente e alla promozione dello sviluppo sostenibile”. Anche l’art. 69 dispone che le stazioni appaltanti possono esigere condizioni particolari per l’esecuzione del contratto, attinenti a esigenze sociali o ambientali, purché compatibili con il diritto comunitario e i principi di parità di trattamento, non discriminazione, trasparenza, proporzionalità, e purché siano espressamente indicate nel bando di gara.

L’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici (AVCP) ora Autorità Nazionale Anti Corruzione (ANAC), attraverso i recenti pareri, e in assoluta continuità con la giurisprudenza di legittimità, - Parere Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici (Ag. 19/14 del 30/04/2014); Cons. Stato, Sentenza n. 2374 del 2013; Parere Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici (Ag. 41/12 del 23/01/2013); Consiglio di Stato, Sentenza n. 3764 del 2012; Consiglio di Stato, Sentenza n. 7362 del 2013; Consiglio di Stato, Sentenza n. 2533 del 2013 15, Cons. Stato, Sentenza n. 3900 del 20009 - non lascia alcun dubbio interpretativo, poiché secondo l’orientamento delineato per la stazione appaltante deve evitarsi qualsiasi forma di automatismo nell’applicazione della clausola sociale con la quale si obbliga il nuovo affidatario ad assorbire ed utilizzare i dipendenti del precedente appaltatore, proprio al fine di evitare un evidente contrasto tra questa e i principi fondamentali del nostro ordinamento. Ciò esclude l’illegittimità di una clausola sociale partendo dal presupposto dell’inesistenza di qualsiasi automatismo nella sua applicazione, sostenendo che “secondo un’interpretazione comunitariamente conforme ... la clausola sociale di cui trattasi, con l’utilizzo della formula ‘‘prioritariamente’’, appare implicitamente contemperare tale obbligo a condizione che il numero dei lavoratori e la loro qualifica siano armonizzabili con l’organizzazione d’impresa della ditta aggiudicataria e con le esigenze tecnico-organizzative e di manodopera previste”.

In ultima si sottolinea che non è possibile solo con interventi aggressivi quali minacce di serrate, di disagi all’utenza o di altri spauracchi che possano arrecare danno di immagine, si possa ottenere cose peraltro legittime come del resto si è letto sulla cronaca recente a proposito della gara per i servizi aggiuntivi degli Uffizi dove è dovuto intervenire nientemeno che l’On. Ministro. Si chiede in conclusione l’inserimento della clausola sociale e l’impegno, da parte del Ministro, di modificare la normativa vigente di riferimento. Si resta in attesa di un cortese cenno di riscontro.

 

Roma,02/04/2015    

 

 

                                                                 p. Federazione nazionale

                                      Domenico Blasi