BENI CULTURALI E TURISMO: CONTINUA LA DEVASTAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE - PERSEVERARE E' DIABOLICO
BENI CULTURALI E TURISMO: CONTINUA LA DEVASTAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE - PERSEVERARE E’ DIABOLICO
Il Ministro Franceschini, incurante di tutto, persiste imperterrito nelle sue scelte che stanno letteralmente portando alla devastazione i beni culturali italiani. Incurante dei tanti pareri negativi ricevuti a suo tempo, in particolare quello della nostra O.S. non gli basta la sentenza del TAR del Lazio che ha bocciato le modalità di selezione di alcuni “topo manager” nominati a dirigere i maggiori musei del Ministero. Anziché ammettere che le sue riforme/controriforme non solo non funzionano, perché in molti casi hanno portato al collasso degli uffici, ma persevera come se nulla fosse.
L’anno scorso, nel mese di agosto, durante un incontro politico/sindacale a seguito del nostro intervento contro la riforma il Ministro dichiarò che “la riforma rimane tale anche se non da risultati d’immagine, ma è sicuro che questa riforma avrà un futuro”. Ora capiamo più chiaramente quale sia questo preannunciato “radioso” futuro: la devastazione dei beni culturali italiani, bene comune dei cittadini. Non solo beni culturali appaltati a privati interessati solo a fare cassa; non solo l’annullamento della tutela dei patrimonio; non solo il caos organizzativo di molti uffici del Ministero (nuove soprintendenze uniche, poli museali…); ma l’arroganza di un potere politico incapace di ascoltare quanti segnalavano precarietà e disfunzioni più che evidenti nella “riorganizzazione” del MiBCT.
Una politica e un Ministro che, anziché ripensare seriamente alla disastrosa situazione in cui hanno condotto i beni culturali in Italia, scaricano sul TAR la loro incapacità di rispettare le leggi, teoria berlusconiana, e persino di stilare un bando conforme alle vigenti disposizioni di legge per scegliere i dirigenti di importanti siti culturali sul territorio nazionale.
Le due riforme/controriforme del nostro ministero targate Franceschini hanno prodotto, e stanno producendo, effetti ancora più gravi in mancanza di un organico programma occupazionale pubblico: forme sempre più accentuate di precarietà di lavoro (vedi l’utilizzo di falsi volontari per coprire carenze clamorose negli organici) e abuso di lavoratori atipici e saltuari.
Manca il fabbisogno degli organici e delle professionalità necessari per far funzionare soprintendenze, musei, gallerie, siti archeologici, biblioteche, archivi: in compenso si utilizzano forme di lavoro precario, vero e proprio sfruttamento organizzato dallo Stato, per far fronte al mancato turn over e alla mancata indizione di concorsi pubblici, alla contrazione del personale necessario a far funzionare la tutela e la promozione del patrimonio culturale italiano che interessa fondazioni, cooperative, banche, imprese ecc…. con lo scopo di far guadagnare soldi ai “soliti noti”.
GIU' LE MANI DAI BENI CULTURALI
LAVORO STABILE E NON PRECARIO PER GARANTIRE IL
PATRIMONIO CULTURALE ITALIANO