Beni Culturali e Turismo: Colosseo, un attacco violento alla democrazia e alle libertà sindacali
Beni Culturali e Turismo: Colosseo, un attacco violento alla democrazia e alle libertà sindacali
Con il pretesto dell’assemblea al Colosseo e ai Fori Imperiali stiamo assistendo a scene surreali che mirano solo a fare confusione e mascherare quello che si sta configurando come un vero e proprio attacco ai principi basilari delle libertà sindacali dei lavoratori e addirittura alla democrazia che possiamo definire solo un atto autoritario, portato avanti con modalità, più “raffinate” e adatte ai tempi mediatici di oggi, identiche alle spedizioni dei manganellatori squadristi dell’Italia pre-fascista e fascista degli anni ’20 e ‘30 del ‘900. Una operazione di assoluta mistificazione che, con l’attivo contributo di parte del giornalismo incapace di analizzare criticamente quanto sta avvenendo, il governo Renzi e il ministro Franceschini stanno consapevolmente portando a freddo e pretestuosamente ai lavoratori e a un pezzo di democrazia italiana.
La mistificazione parte dalla voluta confusione che vuol far passare l’idea che l’assemblea del Colosseo sia una sorta di sciopero, quando l’amministrazione era informata con una settimana di anticipo sulle modalità e gli orari di svolgimento dell’assemblea: la responsabilità della mancata informazione ai visitatori è da attribuire esclusivamente ai dirigenti che rappresentano il Colosseo e l’Amministrazione del Ministero Beni Culturali. È stata persino interpellata l’Autorità di garanzia sugli scioperi, che sulla materia (l’assemblea) non ha alcuna competenza, al solo scopo di aumentare la confusione e permettere l’attacco finale a quello che è il reale obiettivo del governo, di Franceschini e di una parte della stampa compiacente: i diritti costituzionali dei lavoratori per criminalizzare ed eliminare ogni forma di possibile opposizione ai disastrosi disegni che governo e Ministro stanno portando avanti in materia di diritti sindacali e dei beni culturali.
Il ministro Franceschini è non ultimo responsabile del disastro in cui si trovano i beni culturali oggi in Italia e il Ministero da lui guidato in particolare: privatizzazione selvaggia e cessione ai privati dei siti che “fanno cassa” e assoluto disinteresse per il resto del patrimonio culturale italiano; drastica diminuzione del personale (non c’è neppure il ricambio di quello che va in pensione); mancati investimenti per mettere in sicurezza i molti musei e siti archeologici che sono al di sotto di qualsiasi norma minima di sicurezza; abbandono della tutela stessa dei beni culturali; tagli del 20% ai fondi destinati ai lavoratori; ritardi di un anno o più nel pagamento delle indennità che spettano ai lavoratori, a partire dalla corresponsione di turnazioni e indennità varie. Vogliamo aggiungere che sono 10 anni che i contratti del pubblico impiego sono bloccati con grave danno economico per lavoratori che hanno stipendi tra i più bassi d’Europa? Ma i soliti Soloni di turno si scandalizzano perché si è tenuta un’assemblea!!!
Tutti problemi ben noti ma ai quali né il presidente Renzi né il ministro Franceschini sembrano interessarsi preferendo attaccare pretestuosamente i lavoratori e i loro diritti, compreso il diritto allo sciopero. Il Consiglio dei ministri ha decretato che i beni culturali fanno parte dei servizi essenziali: visto lo stato in cui versano molti pronto soccorso, vigili del fuoco e altri “servizi pubblici essenziali”, ai quali sono negati o tagliati i fondi per funzionare in maniera minimamente decente, capiamo bene perché questo governo ha operato questa scelta!!!
L’organizzazione sindacale USB Pubblico Impiego, Ministero Beni Culturali, esprime con forza tutta la propria vicinanza e solidarietà alla RSU, ai lavoratori e alle lavoratrici della Soprintendenza del Colosseo per il forsennato e inqualificabile attacco di cui sono vittime in queste ore.