BENI CULTURALI: ANALISI RIFORMA MiBACT
ANALISI RIFORMA MiBACT
Il Presidente del Consiglio dei Ministri e il Ministro dei Beni culturali e del Turismo hanno dichiarato che la Cultura e il Turismo sono al centro dell’azione del Governo. Lo stesso Ministro ha annunciato le linee guida per il nostro settore, ma il bilancio del Ministero è stato tagliato di 100 milioni di euro in riferimento a quello del 2012; le risorse per la tutela sono state ridotte del 58%; altri tagli ai fondi per il cinema, teatro, danza, ecc..
Oltre alla grave carenza di personale, nonostante le esigue recenti assunzioni, arriva pure questa ulteriore “riforma” che non è una riforma, ma un tentativo di mascherare i tagli con una riforma. Hanno messo in piedi una commissione di illustri professionisti e grandi menti per "coprire" l’unico obiettivo, quello di far cassa e devastare il Patrimonio culturale pubblico.
Relazione tecnico-finanziaria sul DPCM
Dai dati forniti risulta di gravità inaudita il dato che emerge con assoluta chiarezza: i risparmi gestionali sulla riduzione del personale tocca in minima parte le fasce dirigenziali e grava pesantemente sul personale non dirigenziale, quello che dovrebbe in larga misura operare sul territorio a tutela del ricchissimo patrimonio dei beni culturali e ambientali italiani.
Su oltre 71.000.000 di euro di risparmi ben quasi 68.000.000 riguardano il personale non dirigenziale, percentuale pari al 94,56% del risparmio totale e questo pur in presenza di carenze, già oggi gravissime, negli uffici territoriali del Ministero che non riescono più a far fronte all’erogazione dei servizi istituzionali.
Scelta gravissima che denota una terribile miopia politica e culturale: si risparmia in misura ridicola sulle figure in assoluto più costose (i dirigenti), si grava in maniera pesante sulla necessità di investire in figure professionali tecniche specifiche da destinare alla tutela e alla valorizzazione dell’enorme patrimonio culturale nazionale.
Nulla è previsto per salvaguardare IL POSTO DI LAVORO AI 252 COLLEGHI IN ESUBERO NELLA PRIMA AREA, per l’inquadramento dei 303 lavoratori comandati presso il MiBACT e per l'inquadramento definitivo degli idonei delle graduatorie per i passaggi dalla II Area alla posizione economica ex C1, oltre 2000 unità, che colmerebbero la carenza di numerose professionalità tra cui alcune non erano presenti nelle graduatorie dei concorsi esterni.
DPCM
1 - Viene istituita ex novo la Direzione Generale per il bilancio e i contratti. In questa fase di tagli perché non lasciare la situazione com'era prima, cioè all'interno della DGOIP, magari potenziandola per gli aspetti legati al bilancio e ai contratti (che sarà comunque limitata alle “attività di supporto”: troppo una Direzione Generale per queste funzioni, v. art. 16). Peraltro le si attribuisce troppo potere laddove le si attribuisce il compito di provvede “all’allocazione delle risorse finanziarie” se non meglio e più puntualmente specificato.
In base all'art. 16 il Dir. Generale Bilancio e contratti “cura, su proposta della Direzione generale per gli archivi e dei direttori generali regionali, sentito il parere dei competenti direttori generali centrali, l’istruttoria per la predisposizione dei programmi annuali e pluriennali concernenti gli interventi ordinari e straordinari di competenza del Ministero e i contributi in conto capitale, da sottoporre all’approvazione del Ministro, tenuto conto della necessità di integrazione delle diverse fonti di finanziamento, e attribuisce, anche mediante ordini di accreditamento, le relative risorse finanziarie agli organi competenti”: sfugge il senso del ruolo di proposta attribuito alla sola Direzione Generale per gli archivi che invece andrebbe espressamente previsto per tutte le direzioni generali e comunque a tutte quelle che si occupano dei beni culturali e ambientali.
La scomparsa della Direzione generale per le Antichità con delega all’Archeologia e il connesso passaggio sia di competenza che di funzioni alla Direzione per il Paesaggio e il Patrimonio storico-artistico non sembrerebbero omogeneizzare le funzioni di tutela. Per cui si chiede il ripristino della Direzione generale di competenza.
2 - Direzione Generale Biblioteche
L'art. 19, c. 2 lett. E recita: “ dichiara, ai sensi dell’art. 48, comma 6, del Codice e ai fini dell’applicazione delle agevolazioni fiscali ivi previste, il rilevante interesse culturale o scientifico di mostre ed esposizioni di beni librari e di ogni altra iniziativa a carattere culturale che abbia a oggetto i beni medesimi;” questo vuol dire che dichiara l'interesse culturale di “mostre ed esposizioni” sembrerebbe questo è il suo compito. Riteniamo invece, come per le altre Dir. Gen., che dovrebbe essere quello di dichiarare l'interesse culturale per raccolte, biblioteche, insieme di libri e altro materiale bibliografico di particolare interesse storico, documentario, artistico, bibliografico, il loro acquisto o la loro sottoposizione a tutela.
3 - Direzioni Regionali
Alle DR l'art. 27 attribuisce, tra l'altro: “organizza e gestisce, con riferimento all’ambito territoriale di competenza, le risorse strumentali ed umane delle strutture periferiche del Ministero di cui all’articolo 26, comma 1, lettera b),e),f); l’assegnazione del personale agli uffici viene disposta sentita la Direzione generale per l’organizzazione e le risorse umane;” Il testo riprende quello già esistente, sarebbe l'occasione per precisare meglio il ruolo delle Dir. Reg. nella “gestione” del personale, lasciando la gestione al singolo istituto a cui il personale assegnato, e attribuendo alla Direzione Regionale il compito di organizzare e coordinare il personale presente sul territorio.
Altrimenti, con l'accorpamento di regioni, si potrebbe correre anche il rischio che il personale sia spostato su territorio interregionale. Pertanto si consiglia di chiarire e rivedere anche l’art.15 lettera G della Direzione generale per l’organizzazione e il personale.
La nostra proposta in merito è quella di eliminare le Direzioni Regionali
4 - Biblioteche
Art. 31
Riteniamo necessario specificare che procedono ad “acquisti di beni e servizi” ai fini della tutela, valorizzazione, conservazione del patrimonio bibliografico, artistico, demaniale da loro posseduto. Lo stesso vale per gli archivi e altrove, se la formula ricorre...
Art. 33
Il Comitato regionale di coordinamento si riunisce “c) a richiesta del direttore regionale, su ogni questione di carattere generale o intersettoriale concernente la materia dei beni culturali”. Sarà meglio precisare che per materia dei beni culturali si intende la valorizzazione, tutela, conservazione, promozione dei beni culturali, altrimenti qualche direttore regionale potrebbe intendere che può riunire anche su questioni concernenti il personale dei beni culturali della regione (è già accaduto).
Infine, solo in ordine cronologico, ARCUS, una struttura che di fatto gestisce i soldi pubblici per gli interventi di tutela e valorizzazione, sottraendoli alla programmazione delle Soprintendenze, per metterli alla disponibilità delle lobbies di imprese, professionisti e clero.
ARCUS va abolita e la programmazione degli interventi va rimessa a capo delle Soprintendenze .
Roma,07/02/2014 USB P.I. MiBACT