BENI CULTURALI: Altri tagli al MiBACT senza alcuna strategia di Domenico Blasi
Altri tagli al MiBACT senza alcuna strategia di Domenico Blasi -
di Domenico Blasi - 14 febbraio 2014
Malgrado le dichiarazioni del governo, che porrebbe la cultura e il turismo al centro della propria azione, poco è cambiato rispetto al passato. Nessuna nuova risorsa è stata stanziata per Ministero Beni Culturali, il cui bilancio ha già subìto ulteriori tagli di 100 milioni di Euro rispetto al 2012. Le risorse per la tutela sono diminuite del 58%; drastici tagli sono stati apportati ai fondi per cinema, teatri, danza; la grave carenza di personale permane inalterata.
A tutto questo ora si aggiunge la ristrutturazione del Ministero prevista in una bozza di DPCM, che maschera una politica fatta ancora di tagli con l’obiettivo di “far cassa” devastando il patrimonio culturale pubblico.
Dalla Relazione tecnico-finanziaria allegata al DPCM emerge infatti un dato grave: i risparmi gestionali sulla riduzione del personale toccano solo in parte la dirigenza e gravano tutti sul personale non dirigenziale che opera sul territorio a tutela del patrimonio culturale e ambientale. Infatti, su oltre 71.000.000 € di risparmi, quasi 68.000.000 riguardano il personale non dirigenziale – il 94,56% del risparmio totale – e questo in presenza di carenze pesanti negli uffici territoriali del Ministero che non riescono più a espletare i compiti istituzionali.
Una scelta che denota miopia politica e culturale ed evita di investire in figure professionali tecniche specifiche da destinare alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale nazionale. Nulla è previsto per i lavoratori in “esubero”, per quelli provenienti da altre amministrazioni, per gli oltre 2.000 idonei nei percorsi di riqualificazione interna che colmerebbero carenze di numerose professionalità.
Il DPCM istituisce un’inutile nuova Direzione generale per il bilancio e cancella competenze proprie del Ministero abolendo la Direzione per le Antichità con delega all’Archeologia, scelta non condivisibile che mette a rischio la tutela del patrimonio archeologico.
Invece di abolire le Direzioni Regionali dei Beni Culturali, un doppione che si sovrappone alle competenze delle Soprintendenze, il DPCM si limita ad accorparne alcune.
Infine, viene mantenuta e non abolita ARCUS, una struttura che gestisce soldi pubblici per gli interventi di tutela e valorizzazione sottratti alle Soprintendenze e messi a disposizione delle lobbies di imprese, professionisti e clero.
Domenico Blasi è coordinatore nazionale USB P.I. MiBACT